Oggigiorno, nel nostro territorio e non solo, ci sono tantissimi terreni agricoli incolti e abbandonati, perché non sollecitare i proprietari che sono interessati a metterli a disposizione? Questi terreni potrebbero essere gestiti e utilizzati da qualsiasi persona o gruppo che voglia mantenerli produttivi. L’idea fondante è creare una rete di protezione verso aree degradate per arginare la perdita di terreni produttivi, ma anche l’incuria del proprio territorio, una delle cause principali di dissesti idrogeologici. Non esistano terreni “improduttivi”. Ogni spazio privato e libero ha un valore che va oltre le valutazioni economiche. Ogni terreno merita protezione e cura.
Come avviene lo scambio tra coltivatori e proprietari?
Il sistema è semplice da spiegare. Il proprietario di un terreno incolto, improduttivo e con poco valore commerciale potrà metterlo a disposizione in modo automatico attraverso l’utilizzo di un portale che potrà essere predisposto ad hoc per questo progetto. In tempo reale tutti i cittadini interessati potranno vederlo direttamente attraverso una mappa satellitare o ricercarlo con l’uso dei filtri di ricerca. Verrà fornito al possibile gestore la mail del proprietario in modo che si mettano d’accordo. Nessuna delle due parti è vincolata o vincolante. Il proprietario può continuare a ricercare un acquirente vero. Allo stesso tempo il gestore, se si accorge di non voler più gestire il terreno, potrà lasciarlo senza alcun problema. Con l’aiuto dell’amministrazione comunale si potranno creare dei modelli contrattuali tra coltivatori e proprietari per regolarizzare il rapporto. Il pagamento è in natura. Si paga l’uso del terreno attraverso gli ortaggi prodotti o, nel caso di impossibilità, il loro valore. I terreni saranno censiti e geolocalizzati con le coordinate.
Pensiamo che la famigerata crisi sia frutto dello scollamento totale dei cittadini con la realtà produttiva. La società non riconosce più l’agricoltura come risorsa fondamentale. L’economia basata su indici, percentuali, categorie e tassi non può dare soluzioni. La richiesta di lavori o passatempi più legati con attività reali è ciò che sta spingendo migliaia di persone a riavvicinarsi alla terra. La volontà di staccare con il monotono lavoro di ufficio per dedicarsi all’agricoltura è sintomo di una serie di momenti stressanti e insoddisfacenti che il lavoratore medio cittadino non è più in grado di sostenere. L’agricoltura è un mondo fisico, spesso duro, ma la grande soddisfazione nel vedere i frutti del proprio lavoro copre qualsiasi fatica provata. L’orto è una passione dilagante perchè permette di vedere i frutti del lavoro svolto. Dal seme al piatto. Sempre meno lavori cittadini permettono di mostrare l’intera filiera. Un operaio, una segretaria, un dirigente vedono solo un tratto limitato della catena produttiva. Un orticoltore, anche casalingo e improvvisato, vive ogni momento. C’è da non sottovalutare tutto l’aspetto “eco” che sta prendendo sempre più piede nelle masse: produrre il proprio cibo era, fino a poco tempo fa, un semplice hobby da pensionato. Ora sta divenendo un bisogno sentito da ogni classe d’età, di sesso e di estrazione sociale.
Come sostenete il progetto?
Il progetto è sostenuto da un i iniziale investimento personale di tempo e denaro. Una volta operativo si auto-sosterrà attraverso e-commerce di prodotti per l’orto e oggettistica per esterni. Inoltre pensiamo che si possano creare delle Cooperative di agricoltori per la vendita locale del prodotto (i così detti prodotti a Km zero), produrre così economia locale per dare lavoro alle migliaia di giovani che attualmente risultano disoccupati nel nostro paese.
Scopo del progetto.
Già in molte parti d’italia questi progetti sono attivi, operativi e funzionali. La sostanza è molto semplice; si tratta di mettere a disposizione, da parte dei proprietari, terreni attualmente incolti e che non producono nessun reddito e farli diventare produttivi da parte dei coltivatori:
Svantaggi: Nessuno
Vantaggi:
- i terreni coltivati migliorano le caratteristiche del terreno sia fisiche che meccaniche;
- i terreni coltivati migliorano l’assetto idrogeologico;
- il proprietario comincerà a percepire un reddito che sia in natura o in denaro;
- il coltivatore uscirà dallo status di disoccupato per entrare nel mondo del lavoro;
- si produrrà economia locale e prodotti a Km Zero;
- si incentiverà il lavoro per le categorie svantaggiate;
- si avvicinano i giovani alla terra, politica abbandonata ormai dagli anni ’70;
- ritorno dei giovani nella terra natia rompendo il fenomeno emigrazione.
Questi sono solo alcuni punti che ci vengono in mente, ma sicuramente ce ne saranno molti altri che incito ognuno di voi concittadini ad approfondire questi argomenti. Il nostro sogno è si quello di una Cirò Marina migliore all’insegna dell’ordine e del miglioramento del verde pubblico e delle spiagge, ma anche quello di vedere tanti giovani ritornare alle proprie case, nel proprio paese, e riuscire a lavorare, solo in questo modo l’economia locale riprenderà a girare.